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Un Mondo scomparso

Resoconto della conferenza Un Mondo Scomparso: insediamenti rupestri e altri manufatti sotterranei nel feudo degli Ottieri, tenuta domenica 18 marzo negli ambienti di Castel Montorio, nel comune di Sorano.

montorio 5Per più di sei anni il gruppo speleologico l’orso di Castell’Azzara si è dedicato alla ricerca e alla catalogazione di siti ipogei e di insediamenti rupestri nella parte più a nord del comune di Sorano, quella  che anticamente delineava la Contea degli Ottieri. La conferenza di domenica 18 marzo ha rappresentato la fase iniziale del “progetto Ottieri”, che ha permesso di determinare l’ubicazione di decine di siti avvolti dalla vegetazione, che vanno dal periodo etrusco a quello medievale. Solo la determinazione di questi ricercatori en passant  poteva riportare alla luce e all’attenzione degli addetti ai lavori così tanti luoghi ormai dimenticati.  Domenica 18 marzo dopo gli interventi di apertura Odoardo papalini, presidente del gruppo speleologico l’’Orso di Castell’Azzara, ha presentato l’evento ai numerosi partecipanti. Lo speleologo ha poi parlato della geologia e della geomorfologia dell’area, del clima e dei notevoli cambiamenti che hanno modellato il territorio in questione. In sei anni di impegno è stato compiuto un vero e proprio  lavoro di ricerca e di individuazione  di molteplici siti, che ha portato  al censimento e alla misurazione di numerose grotte. Ne è emerso un immenso insediamento diffuso, spesso al di fuori dei centri abitati veri e propri. I ricercatori sono determinati a portare ulteriormente avanti questo lavoro, fino a riuscire a pubblicare tutti gli studi compiuti in questi ultimi anni.  Angelo Biondi (storico) e Franca Bernardoni (archeologa), hanno fornito un importante contributo alla conferenza, parlando esaustivamente delle storie  dei due feudi di Castel Montorio e di Castell’Ottieri. Franca Bernardoni ha evidenziato il ruolo dell’archeologo, prendendo in esame quattro siti ubicati in zona: la necropoli etrusca di Poggio Cecio; l’insediamento del Riaccio; la cocceria di Castell’Ottieri; le grotte di Pian di Vignoli. Tuttavia i ricercatori Giuseppe Pinzi e Edoardo Papalini in questi ultimi anni hanno individuato molti altri siti interessanti, i quali hanno rivelato una antica vitalità di questo territorio, votato a molteplici attività lavorative, non solo pastorizia e agricoltura, tanto che vi erano cave estrattive e fornaci adibite probabilmente  alla produzione di manufatti. Alla conferenza ha partecipato anche il presidente della federazione italiana speleologia, che ha parlato dei comportamenti da tenere nel visitare i luoghi ipogei, in particolare del rispetto per la fauna che abita quei luoghi, soprattutto dei pipistrelli. Successivamente ha preso la parola Giuseppe Pinzi, un instancabile camminatore, romantico esploratore, un girovago innamorato del suo territorio. All’interno del suo intervento ha ricordato un drammatico episodio accaduto qualche tempo fa vicino Castell’Ottieri. Un giovane locale, studente  di archeologia morì in un incidente stradale, e all’indomani della tragedia una giornalista scrisse: “è morto nel nulla della Maremma”. Questa fase lo ha spinto ancora di più nella sua ricerca, per tentare di riempire sempre di più questo nulla, che comunque nulla non è mai stato. Questa conferenza rappresenta una spinta per rilanciare il territorio, con l’obiettivo di portarvi un turismo consapevole, che si innamori di quest’area piena di incanti e di segreti.  Un turismo che sappia apprezzare i prodotti del luogo, nella speranza che ciò possa spingere gli stessi abitanti a tornare montorio 3a dedicarsi all’artigianato e all’agricoltura,  attualmente solo da pochi portata avanti in maniera etica e sostenibile. Per anni questa parte del  territorio di Sorano è stato spesso sfruttata in maniera poco virtuosa, mentre la formula del turismo mordi e fuggi si è imposta in maniera decisa. La speranza per i promotori della conferenza e del progetto di ricerca è quella di far conoscere ai turisti, ma anche alla gente locale, i segreti archeologici e naturalistici  presenti in una vasta area del comune di Sorano, quella più a nord, che va da San Valentino a Castel Montorio, da San Giovanni a Castell’ottieri. Un territorio geomorfologicamente molto interessante, è il tufo che si incontra con l’argilla e con la pietra di montagna, è la Maremma che si affaccia sulle crete senesi. La conferenza è poi proseguita con gli interventi finali e diverse domande, per poi trovare conclusione in un pranzo conviviale al quale hanno partecipato i numerosi presenti,  che in quella mattina hanno sfidato le pessime condizioni meteo. Questa conferenza ha rappresentato il culmine di una ricerca coraggiosa e altresì la volontà  di  riaccendere qualcosa di importante che da tempo giaceva nel silenzio. Concludiamo con un breve episodio raccontato da Giuseppe Pinzi: un racconto ambientato anticamente al poggio di Santa Vittoria. Una storia riportata da Don Ippolito Corridori, che ha tradotto alcuni libri antichi conservati nell’Abbazia di San Salvatore, nella quale vi sono testi tra i più antichi della cristianità. Nella chiesa di Santa Vittoria il tal frate Ambrogio, di ordine francescano, riuscì con non poche difficoltà a curare  una donna con un esorcismo.  La cosa interessante è che nello scritto riportante questo sedicente miracolo vi è  nominato per la prima volta il nome del borgo di San Giovanni delle Contee. Concludiamo con un plauso per coloro che hanno concluso questo lavoro di ricerca tutt’altro che semplice e che hanno indicato la strada da seguire per le amministrazioni, ovvero cercare di salvaguardare  anche i siti archeologici minori, e al contempo permettere la conoscenza di essi, sia al turista che alla gente del luogo. Un crescente amore per la propria terra permetterebbe di farla crescere in maniera sostenibile, tenendo lontani pericolosi  speculatori di vario genere.

 

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