I libri Effigi su Manciano, Pitigliano, Sorano.

Soranesi Illustri

sorano

Il 7 aprile del 1938 il podestà di Sorano Vincenzo Anselmi, notaio di origini orvietane, volle rinnovare la toponomastica stradale, intitolando una via a Ildebrando da Sovana e una piazza al nobile Pietro Busatti. Lo scopo dichiarato dall’amministratore fascista era quello di “tramandare il nome di personaggi illustri e benemeriti e conservare il ricordo di fatti memorabili” visto come “segno di civiltà e di amore patrio e altresì civile opera d’istruzione e di educazione delle popolazioni” in particolare quelle dei “centri minori e nei nostri paesi rurali dove meno diffusa è l’istruzione”. Anselmi ricordava che nel territorio del Comune, nella frazione di Sovana, nell’antica città etrusca e poi nel medioevo sede di Contea, era nato Ildebrando, che divenne pontefice con il nome di Gregorio VII, “il papa restauratore della morale e della disciplina del clero, lo strenuo e invitto difensore dei diritti e della libertà della Chiesa… La origine sovanese di Gregorio VII è stata anche recentemente confermata, alla luce dei documenti, in un articolo pubblicato nell’ultimo fascicolo della rivista storica Maremma”. Dopo aver celebrato Ildebrando come il papa che si era opposto agli imperatori nella lotta per le investiture dei vescovi, “dando il più grande colpo al feudalesimo” e contribuendo decisamente ad aprire “la via alle libertà comunali e fu sua la prima solenne affermazione contro il dominio straniero e fu suo il primo lontano sintomo del risorgimento dell’Italia a nazione unita”, Gregorio VII veniva lodato come “il più romano dei pontefici e l’ideale suo, come ha detto Arrigo Solmi, è ideale prevalentemente romano o romanizzato”. Per tali motivi venne intitolata al pontefice la Via Ildebrando da Sovana che “partendo dal palazzo comunale, inizia la nuova diretta comunicazione carrozzabile tra questo capoluogo e la frazione di Sovana[1], precedentemente detta via del Cortinale.
Nella medesima delibera Vincenzo Anselmi, dopo aver rammentato che in passato erano state intitolato strade a vari benefattori, come Maestro Sagro, Ferdinando Palloni, Giovanni Selvi e Giuditta Finetti, propose di dedicare una piazza al nobile Pietro Busatti, a cinquant’anni dalla sua morte. Questi era stato gonfaloniere durante il Granducato di Toscana, sindaco subito dopo l’unità nazionale, dal marzo del 1862 al dicembre del 1870, consigliere e deputato provinciale, ricevendo anche l’ambita croce di cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro. Appartenuto a una delle principali famiglie di latifondisti del territorio, il sindaco Pietro Busatti, fervente liberale e “valente architetto”, progettò e diresse, insieme al capomastro Domenico Cei, l’acquedotto Vitozza-Sorano, “che sebbene con condutture in cotti, da oltre 70 anni soddisfa pienamente al fabbisogno idrico del paese”, le fonti pubbliche e la piazza in stile neoclassico. Durante l’amministrazione di Pietro Busatti fu costruito il nuovo cimitero di Sorano, la torre dell’orologio e vennero sistemate e portate a compimento le strade di accesso al paese. In particolare Anselmi ricordava l’apertura dell’importantissimo “tronco stradale che, distaccandosi nella località La Rotta, dalla strada Maremmana, oggi statale ed allora provinciale, giunge, attraverso la frazione di S. Quirico, a Sorano”. Per tali ragioni venne intitolata a Pietro Busatti la piazza che in precedenza era detta semplicemente delle fonti. L’8 giugno del 1938 il prefetto di Grosseto comunicava al podestà di Sorano l’approvazione di questa nuova intitolazione stradale da parte del Ministero dell’Educazione Nazionale[2].
Nell’adunanza del Consiglio Comunale del 9 luglio 1902, il sindaco Domenico Celli volle celebrare il Dottor Camillo Bologna, morto il 10 giugno del 1902 a San Giovanni delle Contee, all’età di 43 anni senza lasciare eredi diretti. Figlio di Leopoldo e di Violante Barbini, Camillo Bologna, proveniente da “famiglia distinta per agiatezza e nobili costumi”, era stato membro della Congregazione di Carità e sindaco del Comune e “morendo legò in perpetuo alla frazione di San Giovanni delle Contee £ 9.000 per fondare un Monte Frumentario a vantaggio degli agricoltori poveri”. Come medico si era distinto per la generosità nei confronti dei più bisognosi “pagando ai miserabili le medicine necessarie”. Per questo il Consiglio Comunale, all’unanimità, volle onorarlo con l’apposizione di una pietra commemorativa presso la sua abitazione, mediante l’intitolazione della principale via di San Giovanni delle Contee, che da allora divenne Via Dottor Camillo Bologna, e “che il suo nome venga inciso, insieme con gli altri Benefattori, nella pietra che verrà posta nell’atrio del Palazzo Comunale e di esprimere le più vive condoglianze alla sua famiglia[3]”.
Fra i soranesi “illustri” va infine ricordato Arturo Ricci Busatti, appartenuto, come il già menzionato architetto Pietro, a una delle più agiate famiglie del Comune di Sorano, che percorse una eccezionale carriera come diplomatico, fino alla nomina di Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario di I° classe. Nato a Siena il 25 gennaio del 1868, si laureò in Giurisprudenza nella Regia Università di quella città il 29 giugno 1887. L’anno successivo ottenne, a seguito di esami di concorso, l’incarico di volontario per gli impieghi di I° categoria al Ministero degli Esteri e nel 1889 conseguì l’abilitazione all’esercizio dell’avvocatura presso il Consiglio dell’Ordine di Roma. Da allora la sua carriera proseguì rapidamente e senza soluzione di continuità: nel 1890 divenne vice-segretario di 2° classe; nel 1891 fu vice-segretario di I° classe; nel 1892 segretario di 3° classe; nel 1895-1896 venne nominato membro della Commissione incaricata di redigere il nuovo disegno di legge consolare; nel 1895 ricevette la nomina di Cavaliere della Corona d’Italia; nel 1897 divenne segretario di 2° classe e poi segretario di I° classe nel 1902; dal 1903 al 1905 ricoprì l’incarico di segretario particolare di S.E. il Sotto Segretario di Stato. Tra il 1903 e il 1906 fu membro della 1° e 2° Commissione consultiva per i lavori preparatori della IV e della V Conferenza di Diritto Internazionale all’Aja. Nominato Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, Arturo Ricci Busatti ricoprì l’incarico di Segretario della Delegazione Italiana alla II° Conferenza della Pace nel 1907, ricevendo anche una medaglia commemorativa. Sempre nel 1907 fu iscritto nel ruolo di diplomatico e nominato segretario di legazione di 1° classe, diventando poi Ufficiale dei SS. Maurizio e Lazzaro. Tra il 1908 e il 1909 fu delegato aggiunto alla Conferenza Navale di Londra e tutta questa attività venne infine coronata con la nomina a Ministro Plenipotenziario di I° classe. Arturo Ricci Busattì lasciò questo mondo all’età di 55 anni, l’11 febbraio del 1923[4].

Franco Dominici

 

Note

[1] Archivio del Comune di Sorano, Estratto dal processo verbale delle deliberazioni del Podestà del 7 aprile 1938/XVI n. 18.

[2] Archivio del Comune di Sorano, Lettera del prefetto di GR dell’8 giugno 1938/XVI al podestà di Sorano.

[3] Archivio del Comune di Sorano, Protocollo delle Deliberazioni del Consiglio 1902-1904, 9 luglio 1902 n. 70.

[4] Le notizie su Arturo Ricci Busatti provengono dagli Annuari Diplomatici del 1909 e del 1926.