La Maremma è una terra amata da molte persone, che riconoscono a questi luoghi la bellezza dei paesaggi, la calma del tempo, la serenità del passare dei giorni. La magia attraente di incontrarvi storie di luoghi e persone impensabili si rivela a chi ha tempo e voglia di ascoltare. Questa terra è stata scelta anche da una cantante dalla voce affascinante come Nada Malanima, che insieme al marito ormai da dieci anni, ha scelto di vivere sulle colline mancianesi. Una terra che le è sempre piaciuta e che ha trovato affine alle proprie esigenze tanto da affermare ´mi sembra di essere sempre stata quaª.
Come è nata la decisione di trasferirsi in Maremma?Mio padre mi raccontava di questi posti bellissimi e della natura. Io c’ero stata di passaggio per lavoro, ma non è che conoscessi così bene la zona. La scelta è stata un po’ casuale. Io sono stata molti anni a Roma, sin da giovanissima mi ero spostata dalla provincia di Livorno per la carriera. Poi circa dieci anni fa abbiamo deciso di trasferirci e questa zona era vicina alla città, dove ho ancora legami lavorativi, per cui trovando una posto bellissimo abbiamo deciso di restare qui.
Le piace dunque vivere qui?
Si è rivelata una scelta giustissima. Io sto bene, la natura è potente, per me che la amo e che la cerco sempre, questo è un luogo giusto. E poi mi sono ambientata, conosco le persone, ho delle amicizie. Il mio lavoro mi porta molto ad essere stressata, sottopressione e in un posto un po’ isolato, in campagna puoi rigenerarti, puoi liberarti. Un po’ di sana solitudine fa bene. La zona dove abitiamo è primitiva, selvaggia, bellissima, abbiamo gli animali intorno e si vede anche il mare che è importante per me.
Nelle sue canzoni come nei libri trova ispirazione dal posto?
Non penso che devi prender ispirazione da un posto specifico, ce l’hai dentro. Io ce l’avrei anche se stessi a New York. Certo sarebbe un po’ più complicato, ma certe cose le senti dentro, qua faccio meno fatica a immaginare cosa succede nella natura perché ce l’ho sotto gli occhi.L’energia che prendo qui è molto forte, recupero molto quando torno. L’idea di tornare qui mi fa vedere tutto più facile e mi sento libera.
La libertà è una parola che torna spesso nelle sue interviste e nei temi delle canzoni. Cos’è la libertà?
La libertà è essere se stessi, ma non è così facile. La vita, le cose, gli altri ci condizionano e abbiamo sempre un po’ paura di essere noi stessi. Quando uno si sente libero, non ha paura di mostrarsi com’è. Bisogna liberarsi dalla paura del giudizio, il cammino della vita è lo stesso per tutti, dobbiamo liberarci. È la mia filosofia, quello che penso sia giusto. Nell’ultimo disco “occupo poco spazio” un titolo anche ironico, perché spesso pensiamo di essere in un mondo immenso e molto potenti invece non siamo niente.
Il nuovo disco è molto legato al mondo femminile..
Io scrivo naturalmente di storie di donne. Essendo donna mi viene più semplice raccontare sia in musica sia nei libri di storie al femminile. Sono storie di persone che si aprono, che non hanno paura di raccontarsi, anche con le fragilità, le debolezze, con le ansie e le paure di cui siamo fatti. Nell’essere come si è c’è la verità. Queste storie raccontano anche la diversità, che può essere elemento di conoscenza e comprensione. Cerco sempre di pescare dal mondo che mi ha sempre incuriosito, che mi piace, non si finisce mai di imparare di conoscere perché siamo infinite…
La fatica delle donne in musica è reale?
La nostra società non è nata per valorizzare la donna, i ruoli sono stati diversi, solo con il tempo si è capito che i ruoli possono essere interscambiabili. Mi sembra che ci siano ancora lotte da fare. Nella musica in Italia, non ci sono state le donne cantautrici, se non negli ultimi anni. Io mi sono trovata ad essere poco credibile, poco interessante, come se un uomo avesse più cose da dire. Ma uno non si deve arrendere e bisogna andare avanti perché poi le cose succedono.
La musica, una canzone porta con se dei messaggi, è un tramite per raccontare delle verità?
La musica come un libro come una poesia o un quadro serve a capirsi, emozionarsi, scoprire qualcosa di se stessi di quello che c’è intorno. La cultura così bistrattata in questi anni è importantissima. La cultura, che apparentemente non serve, non si mangia, però è una cosa che far star meglio le persone, non ha prezzo, ti da un pochino più di senso alla vita, impari a conoscerti o ad affrontare meglio le cose. Anche una piccola canzone ha un suo valore, per questo io ci metto tutta la mia passione, io ci credo che possa servire. Quello che dico l’ho vissuto, ci sono passata e lo conosco, posso raccontarlo. Le storie sono diverse ma i sentimenti sono gli stessi; ci può essere condivisione.
L’importanza delle parole…
Ho scoperto nel tempo la bellezza dello scrivere. Ti fa scoprire tante di quelle cose, che pensavi di conoscere. Quando scrivo mi sento in compagnia dei personaggi che racconto. Scrivendo mi isolo, non è un recinto, ma una necessità. E così si conclude la conversazione in una mattinata di sole. Ci sarà modo di ripensare alle parole dette, sarà bello ascoltare e riascoltare dischi che raccontano di vite e di amori e di disperazioni, per sentirsi semplicemente un po’ meglio.