Festa di San Giuseppe per alcuni, Festa del papà per altri. In ogni caso per Pitigliano è un appuntamento imperdibile. La sua tradizionale Torciata come ogni anno si svolgerà in Piazza per dar fuoco all’anno vecchio e accogliere quello nuovo.
Una storia antica che entra in diverse tradizioni sia in Italia che in molte altre parti del mondo.
I primi a festeggiarla probabilmente furono i monaci benedettini nel 1030, poi divenne una festa canonica per la Chiesa nel 1621 con Papa Gregorio XV. Una festa che si lega ai culti pagani poi entrati nel cattolicesimo. Infatti essendo il giorno dell’equinozio di primavera si usava celebrare i baccanali.
È una festa che si lega alla rinascita e alla ciclicità del tempo. La primavera che riporta il calore e dà nuova vita ai campi da coltivare. Ma quando si parla di tradizioni non possiamo dimenticare l’aspetto culinario e infatti tante sono le prelibatezze preparate in questo periodo. Famose le Zeppole di San Giuseppe di origine campana. Uno scrittore importante come Goethe, in un viaggio a Napoli, descriveva la festa di San Giuseppe e i suoi dolci “Oggi era anche la Festa di San Giuseppe, patrono di tutti i frittaroli cioè venditori di pasta fritta…sulle soglie delle case grandi padelle erano poste sui focolari improvvisati….Un garzone lavorava la pasta, un altro la manipolava e ne faceva ciambelle che gettava nell’olio bollente, un terzo le preparava per venderle ai passanti”. A Pitigliano invece vengono preparate le frittelle di San Giuseppe, a base di riso, latte e uvetta.
Il miglior modo per comprendere a pieno la festa di San Giuseppe di Pitigliano è attraverso le immagini: i torciatori che risalgono dal fiume Meleta, la minitorciata dedicata ai bambini, l’arrivo e l’acclamazione in Piazza Garibaldi, il pupazzo che brucia e si porta via l’inverno. Cliccando sulle due foto sottostanti potrete accedere alle gallerie fotografiche delle ultime due edizioni. Foto di Nicola Tisi.