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Investire e credere nel nostro territorio: intervista con Marina Hofmaier proprietaria di Casa Ustoma a Case Rocchi

Casa Ustoma è ormai una realtà delle terre del tufo. L’azienda agricola di Case Rocchi nel comune di Sorano, fondata da Thomas e Marina Hofmaier nel 2018 si sta imponendo come una delle aziende più dinamiche e innovative del territorio, unendo come da definizione “organizzazione e praticità tedesca con tradizione e inventiva italiana”.
In questo periodo molte produzioni sono entrate nel vivo, ma all’orizzonte ci sono nuovi investimenti e idee per dare lustro e “ringraziare” questo territorio. Abbiamo incontrato Marina per parlare non solo della storia di Casa Ustoma ma soprattutto di cosa voglia dire investire e fare attività agricola nel nostro territorio, troppo spesso dimenticato.

Alessandro intervista IMG_7413_Come nasce questa storia?
La nostra è una storia particolare. A cinquant’anni mio marito mi dice “Perché non prediamo un cane?!”. Io ero appena andata in pensione e ho pensato che avere un animale domestico poteva essere una cosa bella per noi e in effetti così è stato perché in poco tempo è diventato la cosa più importante della nostra vita.
Prima viaggiavamo molto, per lavoro e non solo, ma con un cane era diventato più difficile cosi abbiamo pensato ad un altro tipo di vacanza, da prima una casa al mare, poi in campagna e siamo così arrivati in Italia dove ero venuta in vacanza tante volte da bambina. Quei luoghi e quelle sensazioni tipiche di questo paese che avevo tanto amato da piccola non erano cambiati.
Abbiamo iniziato con Sorano nel lontano 2002, prendevamo una casa in affitto per un lungo periodo e durante l’anno venivamo anche quattro/cinque volte, allora abbiamo deciso di provare a comprare in queste zone, qualcosa di veramente nostro dove poter venire quando volevamo. C’era quest’occasione nel comune di Sorano con terreno agricolo, ed eccoci qua a Case Rocchi.

Quando è scattato quel qualcosa che vi ha fatto dire “Facciamo un’azienda agricola”, il passaggio dalla “Vacanza/hobby” ad un vero e proprio lavoro?
Partiamo dal presupposto che siamo un po’ pazzi, questo va detto (sorride ndr). Passare da un luogo dove trascorrere le vacanze con il nostro cane, ad un’azienda agricola che produce e fa lavorare, con dipendenti e tutto ciò che ne deriva qualche rotella fuori posto ce la devi pur avere (sorride di nuovo ndr).
Diciamo che nella nostra vita non siamo mai riusciti a stare fermi, a riposarci veramente. È stata sempre una vita piena di idee, di domande su cosa fare o cosa sia possibile realizzare. Questo ci ha guidato più di ogni altra cosa. Credo sia un po’ anche il segreto per sentirci più vivi, a qualsiasi età. Abbiamo iniziato con un piccolo orto a casa e in quei prodotti abbiamo sentito dei sapori e una genuinità unica. Inoltre ho sempre desiderato avere asini. Queste sono state le prime due grosse spinte, da qui è nata la prima azienda agricola con asini e verdure. Ora non è più un hobby.

È stato facile? O meglio quanto è stato difficile?
Iniziamo dall’agricoltura in se, noi non avevamo conoscenze in questo settore ma solo voglia e passione, quindi le prime difficoltà sono venute da li. Ora ti aspetti che ti racconti quanto è stato difficile a livello burocratico fare le cose in Italia, ma ti sorprenderò (sorride ndr)…la burocrazia è un aspetto complicato in tutto il mondo, anche in Germania. Certo non è stato semplice soprattutto per le tempistiche e per l’aspetto linguistico. Ci vuole tempo e il sostegno di buoni amici e vicini per capire le sottigliezze della lingua e le espressioni speciali usate in agricoltura. Costruire un’attività agricola è stato quindi difficile e costoso perché noi partivamo da zero. Io sono un pochino anziana, mio marito ancora lavora, così abbiamo creato la figura dell’imprenditore agricolo professionale (IAP) che è oggi la nostra Madalina, in modo da adempiere a tutte le pratiche legislative ecc. Una volta fatto questo siamo andati avanti piano piano tra pratiche, permessi, edilizia varia e alla fine ci siamo riusciti.

Andiamo più sul territorio: le terre del tufo. Laltra Toscana.
Mi piace questa definizione di “Terre del Tufo”, ma qui c’è anche molto verde: boschi, campi ecc. Questa è appunto una Toscana diversa da quella che si immaginano gli stranieri, ma ugualmente bella e unica. La prima differenza che ho notato con la parte della Toscana ho conosciuta da bambina per esempio sono gli spazi in questa zona nostra. Qui siamo isolati, puoi fare anche 20km a piedi e non incontrare nessuno. Per tante cose può sembrare uno svantaggio ma con occhi esterni, è e deve diventare un punto di forza. Anche la agricoltura in altre parte di Europa e Italia è diversa, collegata in tutto e per tutto al sistema industriale, qui si ragiona in maniera diversa e non va visto come un abbandono. Altro fatto che ci ha spinto a venire proprio qui a Case Rocchi è il voler ridare qualcosa al mondo. Qui c’è ancora un paradiso selvaggio che da noi non si trova.
Per noi questo è uno stimolo e non un fattore negativo, tante volte ho sentito dire “è tutto abbandonato ecc..”. Credo che si possa imparare a vivere insieme alla natura, rispettandola e allo stesso tempo prendendosene cura. Noi stiamo cercando un approccio di questo tipo al mondo agricolo che tenga conto anche dei cambiamenti climatici e una manutenzione meno invadente.

Progetti futuri?
Da qualche settimana è operativa la nostra Villa Ustoma come agriturismo. Una struttura ricettiva inglobata nell’azienda che ha come primo obbiettivo quello di far conoscere e vivere agli ospiti questa parte della Toscana facendo leva proprio su tutte le cose che abbiamo descritto sopra. Le produzioni sono andate avanti e abbiamo anche un punto vendita fisso qui in azienda. Di progetti e idee ne abbiamo ancora tante, come ho detto siamo un po’ pazzi, ma vogliamo restituire qualcosa ha questo magnifico territorio.

AGRITURISMO CARTELLO casa ustoma

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