– Ciao Sorano, come va?
– Ciao Comitato Entroterra, eh…insomma…sono un paese vecchio oramai. Mi difendo, ma i tempi moderni non fanno per me. Sto andando in rovina.
– In rovina? E perché? Mi pare ancora tu sia pieno di bellezza! Campagna vera, autentica, antichità da mettere in mostra, storia, la culla della nostra civiltà.
– Eh grazie, è vero, quello ce l’ho ancora. Ma è la vitalità che manca, le nuove energie.
– Ma potresti ancora dire molto, insegnare molto. Il senso di comunità, la dura vita rurale con i suoi meravigliosi frutti e offrirli a tutti, cittadini e turisti. Alta qualità della vita in questo senso.
– Sì, sono molti i turisti che vengono a trovarmi per questi motivi. Tuttavia, una volta io ero molto più abitato. Ora mi sto…spopolando, i cittadini si trasferiscono altrove. Qui pare non ci sia lavoro. Che vuoi farci? È la modernità.
– Eppure noi siamo convinti che ancora si possa vivere qui e trovare il modo di viverci bene. E siamo anche convinti che sia possibile attirare nuove energie. È per questo che il 25 luglio organizziamo il Primo Mercato delle Idee e Prodotti Contadini. È da qui che si riparte!
– Mm, forse ti stai illudendo caro Comitato. Però certo, ben venga mettere in mostra i miei frutti.
– Noi metteremo in mostra i tuoi frutti ma soprattutto le idee! Nuove idee! Convinti che l’unione fa la forza.
Riprendendo questo interessante ipotetico botta e risposta tra “Sorano” e il “Comitato Entroterra” possiamo già capire di cosa si stia parlando. Il Primo Mercato delle Idee e Prodotti Contadini è andato in scena lo scorso 25 luglio nella frazione di Pratolungo (una scelta non casuale) ed è stato un grande successo. Un’occasione d’incontro per iniziare a “pensare” in maniera diversa. Un approccio sociale e culturale differente al territorio e ai suoi prodotti per un’economia e magari un futuro migliore.
Abbiamo incontrato (prima e dopo lo svolgimento del Mercato) Corrado Recchia e Giuseppe Pinzi, due membri del Comitato Entroterra organizzatore insieme al Circolo Alba di Pratolungo della giornata per una chiacchierata a 360 gradi sul territorio che può e deve farci riflettere.
Quindi il Ciavattone salverà Sorano?
Potrebbe…La scelta del Ciavattone è simbolica naturalmente. Siamo consapevoli che la strada da fare è molto lunga ma riteniamo che serva la consapevolezza in tutti che l’unico modo per salvare luoghi come quelli che vi sono nel nostro territorio sia puntare sulle unicità che fortunatamente abbiamo. L’agricoltura e i prodotti di questa terra. Ti potremmo rispondere anche con un’altra domanda: “E se quel fagiolo fosse il frutto di un’intera comunità? Siamo tra provocazione e speranza evidentemente. La provocazione perché stiamo esaminando i cambiamenti del territorio e ci rendiamo conto che siamo arrivati ad un punto di non ritorno. La speranza è che con questa giornata simbolica di mercato si inizi a pensare a un modo di trovare alternative valide alla situazione attuale.
Eccoci alla situazione attuale. Cosa sta succedendo ai nostri paesi o meglio cosa è già successo?
Sorano soffre lo spopolamento da diversi anni, spopolamento di persone e quindi di servizi. Il territorio in generale al di la di piccole differenze più legate a sensazioni che reali, al momento ha le stesse problematiche.
Certo se parliamo di Sorano basta fare un giro nel nostro paese per rendersi conto della situazione. Al momento non abbiamo più un forno, non c’è più la pompa di benzina, in tutto il territorio abbiamo ricambi vertiginosi di pediatri, insegnanti ecc… qui non ci sono industrie grandi che danno lavoro. Insomma la situazione non è delle più rosee. L’unica vera risorsa è il turismo, un turismo di qualità legato all’agricoltura magari, ma senza un “sistema” dietro il rischio del paese-vetrina da far vedere solo ai turisti è concreto ed inevitabile.
Andiamo in campo agricolo visto che la vostra iniziativa è partita da quel settore per arrivare poi a tutta l’economia locale. Cosa sta succedendo?
Stiamo assistendo a un fenomeno naturale purtroppo. La terra incolta (e ce n’è tantissima) diventa preda di grandi produttori che vengono da lontano. Personaggi ai quali non interessa essere custodi del territorio ma solo sfruttarlo vedendo in esso un guadagno facile come è altrettanto naturale che sia. Ultima cosa che abbiamo visto in ordine di tempo è il fenomeno dei noccioleti su Sorano. Il magnate arriva, compra la terra a due soldi, la fa recintare e tanti saluti e quelle terre difficilmente torneranno ad essere coltivate da contadini locali.
Ci teniamo però a sottolineare che la nostra iniziativa non è stata assolutamente contro qualcuno, questi sono fenomeni che nella nostra situazione possono verificarsi poiché come detto sopra sono praticamente inevitabili quando si arriva a questo punto.
I grandi produttori di noccioli, i grandi viticoltori, i grandi allevatori prendono e sfruttano lasciando poco sul territorio salvo rare eccezioni e il tutto avviene in silenzio sotto gli occhi di tutti poiché non si può chiedere a quei contadini di continuare a lavorare un terreno dal quale non arriva reddito. L’iniziativa è solo a favore di Sorano e del territorio.
Andiamo proprio al 25 luglio e al Comitato. Come è andato il mercato e che spunti vi/ci ha lasciato?
Altra premessa obbligatoria: il comitato Entroterra è formato da cittadini. Siamo consumatori e non produttori. Siamo un gruppo di persone che si sta rendendo conto di ciò che sta succedendo, analizzando quanto detto sopra e vorremmo si attivasse una rete tra produttori, tra contadini volta a realizzare un nuovo sistema di auto-sostentamento del territorio.
L’iniziativa del 25 luglio è stata un grande successo. Ci siamo rivolti ai piccoli produttori locali perché eravamo e siamo ora ancor più convinti che essi siano custodi del territorio. Non avrebbe senso rivolgersi a grandi produttori che magari qui hanno investito. Il mercato è andato molto bene sia in termini di presenze che di guadagni per tutti i partecipanti, altrove già esistevano cose del genere ma qui è stata una vera novità. L’intento era anche e soprattuto quello di incontrarsi e fare rete, per provare ad attivare una sorta di sinergia tra produttore-consumatore da proporre poi a chi viene a visitare i nostri territori (grazie ai ristoranti, ai forni, ecc.) e l’obbiettivo è stato centrato. Anche il pubblico ha partecipato ma su questo non avevamo dubbi poiché sentivamo l’esigenza da parte di tutti di affrontare questa situazione. In tanti ci hanno chiesto di riproporre il mercato e infatti il 29 agosto ci sarà la seconda edizione sempre al circolo di Pratolungo. Anche il dibattito è stato molto partecipato soprattutto da parte dei contadini del posto (ma anche qui noi non avevamo dubbi).
Certo per salvare l’economia di questi posti occorre altro. Occorre ripensare ad essa anche a livello culturale. Tutti i cittadini (siano essi produttori, ristoratori o semplici consumatori) devono guardarsi in faccia e ripensare un sistema di sostentamento che parta dal basso, non è più il momento di restare a guardare. Servono iniziative rischiose, ma coraggiose; le nostre sono un piccolo inizio.