I libri Effigi su Manciano, Pitigliano, Sorano.

Flavio Agresti, Dante Campori e il Gruppo Bande di Tirli

Per poter raccontare della tragica morte di Flavio Agresti, bisogna parlare della Formazione partigiana di cui fece parte: il Gruppo Bande Tirli. Si trattava di un insieme di piccole bande, nate spontaneamente attorno ad alcuni uomini coraggiosi intenzionati a combattere contro i tedeschi ed i loro alleati italiani.

Il Gruppo fu costituito operativamente ai primi di giugno del 1944 dall’unione delle seguente bande:

  1. Castiglion della Pescaia – Comandante Primitivo Vannucci
  2. Buriano-Comandante Tenente Benedetto Rollo
  3. Vetulonia, Ravi, Caldana – Comandante Sabatino Peotti
  4. Gavorrano e Filare di Gavorrano – Comandante Sottotenente Vittorio Frassinelli
  5. Scalino, Follonica – Comandante Tenente Carlo Fabbrini

Queste bande portarono a compimento la loro principale azione nel giugno 1944, quando, il 6 di quel mese,  presero il controllo di Tirli, occupando la caserma della GNR (Guardia nazionale repubblicana) e  trasformando il paese in una vera e propria zona libera. Fu infatti interrotta l’unica strada rotabile e posti sotto controllo i sentieri che portavano al centro abitato. Comandante del Gruppo riunito a Tirli fu incaricato il Sottotenente Pilade Rotella di Grosseto, che aveva disertato dal battaglione costiero della RSI presente tra Castiglione della Pescaia e Follonica[1]. All’organizzazione della formazione e della zona libera contribuì fortemente anche quella splendida figura di sacerdote che fu Don Ugo Salti di Follonica [2], che operò a Tirli con il nome di battaglia di Oscar Frassi. Nel paese di Tirli si trovavano centinaia di sfollati originari di Castiglion della Pescaia e di Follonica. Le prime armi disponibili furono i fucili da caccia e quelle del Regio Esercito nascoste all’8 settembre, ma poi il gruppo di Tirli fu rifornito, nelle notti dell’8-9-10 giugno, da tre aviolanci compiuti dagli alleati. Gli aviolanci furono richiesti da una missione informativa del SIM, operativa in provincia di Grosseto. La missione proveniva dal sud della provincia, dalle macchie di Manciano, dove già collaborava con la Banda Arancio Montauto. Il Gruppo Bande Tirli entrò successivamente a far parte del Raggruppamento Monte Amiata, facente parte del Fronte militare monarchico. In questi frangenti, Gavorrano ebbe due caduti: Flavio Agresti e Dante Campori.

Flavio Agresti

Flavio Agresti

Agresti  Flavio
Flavio Agresti era nato il 5 maggio 1915 a Scarlino, allora frazione del comune di Gavorrano, fino al 1960 quando tornò ad essere comune autonomo. Era un componente del CLN di Scarlino, che si riuniva di notte, presso il rudere della Cisterna del Castello di Scarlino. Fu tra quelli che fondarono poi la formazione partigiana locale con accampamento nel poggetto sovrastante il castello e limitrofo alla macchia di Monte d’Alma. Poco tempo dopo questo raggruppamento entrò in contatto con i patrioti di Tirli. Per realizzare il collegamento, Agresti e Primo Moscatelli di Gavorrano si mossero nella notte tra il 10 e l’11 giugno 1944. Si ritiene che qualcuno facesse la spia e i due vennero catturati dai militari tedeschi nel corso del tragitto. Dopo aver subito un pesante interrogatorio, i due, nella giornata dell’11 giugno 1944, furono condotti lungo l’Aurelia e fucilati in località Potassa di Gavorrano. La raffica di arma automatica li colpì entrambi: Agresti morì immediatamente, mentre Moscatelli, colpito ma non in punti vitali, si finse morto e sopravvisse.
Flavio Agresti è stato insignito di medaglia d’argento al Valor Militare con la seguente motivazione: Offertosi spontaneamente per una difficile e rischiosa missione di collegamento fra un gruppo e l’altro di patrioti, veniva catturato da reparti tedeschi. Sottoposto a stringente interrogatorio e ad ogni specie di tortura e sevizia onde rivelare l’entità dei patrioti e la missione a lui affidata, si rifiutava decisamente. Legato poi dietro ad un barroccino con le braccia incatenate dietro alla schiena e trascinato per diversi chilometri, non avendo voluto tradire i compagni, veniva finito con una raffica di fucile mitragliatore.

Campori

Dante Campori, foto ripresa da Patrizia Scapin, “Dante Campori e Flavio Agresti. 1943-1944 la Resistenza a nord di Grosseto, ed. Effigi”.

Campori Dante
Dante Campori era nato a Bologna il 12 aprile 1916, residente a Camugnano (BO), era figlio di Serafina Campori. Non era stato riconosciuto da un padre, dunque era figlio di quella che oggi definiremmo una ragazza madre. Militare nel 14° Reggimento costiero, dopo l’8 settembre 1943 restava in zona ed entrava a far parte del gruppo partigiano che veniva a formarsi a Ravi e che poi diventerà parte del Gruppo Bande Tirli e del Raggruppamento partigiano Monte Amiata. Dopo l’occupazione di Tirli, diventava prima caposquadra e poi capo di distaccamento. Nella giornata del 12 giugno 1944 la squadra comandata da Campori  era attaccata da un forte reparto tedesco nella località Ampio, presso Tirli. Per consentire ai suoi uomini di ripiegare Campori, armato di mitra, rimaneva a coprire la ritirata dei compagni. Finite le munizioni era catturato. Portato al comando tedesco in Pian d’Alma fu interrogato dai tedeschi, presumibilmente per ottenere notizie su come poter attaccare Tirli. Si ritiene che si sia rifiutato di fornire informazioni, poiché mai i tedeschi attaccarono direttamente Tirli. Venne fucilato in località Badiola, presso Castiglione della Pescaia il 17 giugno 1944. Riconosciuto partigiano col grado di Tenente dal 12 settembre 1943 al 17 giugno 1944, gli è stata conferita la medaglia d’argento al Valor Militare alla memoria con la seguente motivazione: “Comandante di pattuglia, dava prova di spirito combattivo e di sprezzo del pericolo rimanendo solo a proteggere, con il fuoco della propria arma, il ripiegamento dei suoi uomini durante un attacco condotto da preponderanti forze nemiche. Catturato, manteneva contegno esemplare rifiutando di dare informazioni che potessero nuocere alla formazione partigiana di appartenenza. Condannato a morte, immolava la sua esistenza alla causa della libertà “. A Ravi di Gavorrano gli è stata dedicata una piazza.

Franco Dominici, Giulietto Betti
Note
[1] Pilade Rotella, dopo la guerra, divenne un noto giornalista locale ed anche uno scrittore. Il suo libro più noto rimane il reportage che scrisse dopo l’inondazione dell’Ombrone a Grosseto nel novembre 1966. Ha scritto anche un libro sul periodo della guerra intitolato Controvoglia.

[2] Don Ugo Salti, nato a Sassetta (Li) nel 1910, sacerdote a Follonica. Riconosciuto partigiano combattente e decorato di medaglia d’argento al Valor Militare.