Sabato 13 a Pitigliano si parlerà di enotursimo e antichi vitigni a seguito dell’inserimento dei nocchianelli nel registro nazionale delle varietà di vite. I nocchianelli anticamente coltivati nei comuni si Pitigliano e Sorano sono stati riconosciuti come autoctoni, capofila di questo lavoro è stato Edoardo Ventimiglia, proprietario insieme alla moglie Carla Benini dell’azienda vitivinicola Sassotondo a cavallo tra i comuni di Pitigliano e Sorano. A pochi giorni da questo importante convegno abbiamo incontrato Ventimiglia per scoprire quali prospettive offre al territorio la riscoperta di questi vitigni e come può migliorare l’enoturismo nelle nostre zone.
Punto di partenza o punto di arrivo?
Un percorso è fatto di tappe e questa giornata è l’arrivo di una tappa importante. La storia che la precede è iniziata nel 1979 quando la Cantina Cooperativa di Pitigliano, presieduta allora da Stefano Formiconi, sostenuta dalla Cassa Rurale di Pitigliano e con la collaborazione dell’Università di Pisa e del C.R.A.I di Arezzo, avviò un progetto di recupero e salvaguardia degli antichi vitigni ritrovate nelle vigne di Pitigliano e Sorano.
Ne furono individuati e recuperati 29: tra questi il Nocchianello bianco e il Nocchianello nero.
Nel 2010 insieme al CREA di Arezzo abbiamo ripreso il progetto che ha portato, nel 2017, all’inserimento dei Nocchianelli nel registro nazionale. Se pensiamo che sul finire del 800 nei nostri comuni le varietà di nocchianelli erano tra le più coltivate e che cent’anni dopo in pratica erano scomparsi, ritrovarli oggi nel registro dei vitigni autorizzati deve essere considerato come l’arrivo ad una tappa importante.
E poi?
E poi si procede verso la tappa successiva, sapendo che “si può fare” e che da questa riscoperta possono nascere nuove opportunità di rilancio dell’agricoltura della zone del tufo.
Il convegno divulga i risultati di un lavoro di ricerca che ha raggiunto un obiettivo importante e che apre la strada all’utilizzo pratico, in campo e in cantina, di queste piccole perle di un patrimonio genetico autoctono molto interessante.
Parliamo del vino in se, alla fine del convegno sarà assaggiato il nocchianello nero, una produzione sperimentale 2015 di Sassotondo.
Abbiamo in azienda sia il bianco che il rosso, ma solo sul rosso abbiamo fatto vinificazioni significative. Sono comunque due vitigni molto diversi: il bianco un po’ più precoce del procanico e piuttosto produttivo, il rosso matura dopo il sangiovese e non ha grosse rese. La maturazione tardiva del rosso ci consente di mantenere i profumi, frutto, spezie, che potrebbero essere compromessi da una maturazione precoce in queste stagioni caldissime.
Naturalmente assaggeremo una vinificazione rustica e cosa potrà essere questo prodotto lo dirà il tempo. Sicuramente però siamo di fronte a un un vitigno che ha una storia, che presenta le note speziate e minerali tipiche dei vitigni vulcanici e che si sposa perfettamente con il nostro territorio.
Abbiamo parlato e si parlerà nel convegno di enoturismo, facciamo un quadro generale di questo fenomeno
L’enoturismo è una pratica che in parte già funziona nelle nostre aziende: ogni anno a Sassotondo abbiamo circa mille visitatori a cui facciamo vedere vigneti e cantina. È un fenomeno in espansione e di forte tendenza che produce ricchezza, non solo per le aziende ma per tutto il territorio. A livello nazionale ed europeo si discute di norme che definiscano il quadro, soggettivo e fiscale in primis, in cui queste attività possono essere svolte. Le disposizioni di legge introdotte recentemente possono essere un passo avanti ma ci sono ancora delle falle che possono rappresentare un pericolo più che un’opportunità e c’è il rischio del solito appesantimento burocratico. Detto questo, per il futuro mi auguro che l’enoturismo diventi una risorsa importante per tutto il nostro territorio, un territorio che, per quanto riguarda la viticoltura e il vino, vive una fase difficile tanto che esiste il rischio concreto di una diminuzione del potenziale vitivinicolo (uno tra i pochi luogo in Toscana dove succede questo).Occorre riflettere e ripartire. Il nocchianello simbolicamente parlando, può rappresentare una rinascita. SI PUO’ FARE!!!
Il convegno è stato promosso e organizzato da Banca TEMA, sabato 13 gennaio alle ore 10:00 presso la Sala Petruccioli di Piazza della Repubblica a Pitigliano. La degustazione di nocchianello seguirà il convegno spostandosi presso gli antichi granai della Fortezza Orsini sempre a Pitigliano. Parteciperanno anche l’associazione Cantine nel Tufo di Pitigliano e l’Associazione Italiana Sommelier di Grosseto.