I libri Effigi su Manciano, Pitigliano, Sorano.

Che peccato la Mostra Mercato…

mercatoCon non poco rammarico abbiamo sentito il bisogno di redigere un resoconto della XXXVI edizione della Mostra Mercato di Sorano. importante però affermare che le conclusioni esposte in questo articolo non sono frutto esclusivo di chi scrive, bensì tratte da una raccolta di informazioni, impressioni ed opinioni di artigiani, espositori, turisti, gente di Sorano e frequentatori abituali della Mostra Mercato. Da tutte queste voci emerge un pensiero collettivo accumulato nei nove giorni di mostra, che quest’anno ha denotato evidenti pecche organizzative, una notevole perdita di identità e un profondo distaccamento da quella che è la propria storia. Coloro che sono arrivati per la prima volta a Sorano nei giorni a cavallo di ferragosto, in particolare gli artigiani, non avevano metri di paragone per giudicare l’andamento della Mostra Mercato rispetto agli anni passati. Le prime tre giornate hanno infuso negli animi una buona speranza, dal momento che posticipare l’inizio dell’evento al 13 agosto ha favorito una buona affluenza di pubblico. Turisti e visitatori hanno goduto di un paio di spettacoli interessanti: il corteo storico di Castell’Ottieri e le Muse del Diavolo che hanno attraversato l’intero percorso della mostra e “l’Uomo con la valigia”, singolare spettacolo teatrale di Bruno Lelli. Ma nei giorni successivi l’indice di affluenza è precipitato e tutti coloro che esponevano hanno vissuto intere giornate ad aspettare qualche passante occasionale. Dalle 11 del mattino fino alle 18 transitavano solo poche anime, poi verso il tramonto la situazione sembrava accendersi, lasciando tuttavia il passo a tre ore abbondanti di vuoto imposto dalle interminabili attese alla sagra per una porzione di tortelli. Dopodiché la pesantezza della cena e gli eventi concentrati in piazza Busatti facevano irrimediabilmente da scudo al fluire di pubblico all’interno della mostra. I racconti dei passanti che hanno mangiato alla sagra anziché elogiare le specialità locali lamentavano il fatto che durante la cena era stata presa molta più gente di quanta ne avessero potuta gestire fisicamente, costringendo decine e decine di malcapitati ad infinite attese di fronte a una tovaglietta di carta, giacché dopo un’ora dall’ordine non avevano avuto nemmeno le bevande. Gli artigiani hanno lamentato un continuo distaccamento da parte degli organizzatori, poco presenti e insensibili a pareri e suggerimenti, indispettiti da qualsivoglia obiezione. I sessanta mercanti venuti a da tutta Italia per partecipare alla Mostra Mercato sono stati completamente abbandonati a loro stessi, senza un posto certo dove dormire, o costretti a lunghe attese alla sagra per un piatto scontato. Negli anni di mostra organizzata da Marcello Baraghini artigiani e mercanti avevano a disposizione lo stadio comunale, con docce e possibilità di piantare le tende o posteggiare i camper. In linea di massima gli espositori venivano rispettati e coccolati, visto il loro fondamentale apporto alla mostra, la quale trae la propria ragione di esistere proprio dall’artigianato. Non dobbiamo dimenticare che sono venuti per lavoro, e dopo spese di affitto e incassi irrisori molti di loro hanno dichiarato di non voler partecipare mai più alla Mostra Mercato. Alcuni sono partiti dopo il primo week end, molti altri hanno chiuso i battenti giorni prima della fine. Quasi tutti gli espositori hanno altresì rimpianto la continua assenza da parte di quegli artisti di strada e di quei gruppi itineranti riportati nel programma. Alcuni complessi hanno affrontato solo metà del percorso in quanto incapaci di salire le scale coi propri strumenti. Altri invece non si sono affatto esibiti, in particolare la tanto attesa “Orchestra Matterella”, la quale dopo aver scaricato materiali e strumenti, ha inspiegabilmente rinunciato a svolgere il concerto lasciando la piazza e la mostra scoperte in una serata centrale per lo svolgimento dell’evento. La cosa che più è stata avvertita quest’anno probabilmente è proprio la mancanza della consueta atmosfera di magia e stupore che ha caratterizzato più di trent’anni di Mostra Mercato, resa indimenticabile da una cornice maestosa quale il borgo antico di Sorano, meraviglioso anche senza banchi o attrazioni. Le dodici ore di apertura della mostra, dalle 11 alle 23 avevano un senso solo quando in quell’ampio arco di tempo venivano proposte attività e attrattive, quali laboratori artigiani o spettacoli per bambini. Un evento serale non può essere sufficiente a dare un senso a una lunga torrida giornata d’estate. Il dubbio amletico che nei nove giorni di mostra ha tormentato la maggior parte dei presenti è stato tra un possibile motus operandi degli organizzatori inconsapevolmente all’acqua di rose, oppure se alla base ci sia stata una precisa intenzione di dare un nuovo corso alla mostra, relegata a passeggiata digestiva di un dopo cena d’agosto alla sagra. Infatti è stata lamentata la mancanza di giovani, e si può capire, data la sistematica assenza di musicisti e intrattenimenti vari nelle piazzette lungo il percorso. Le più grandi mostre artigianali d’Italia trovano compimento negli spettacoli di artisti di strada e giocolieri professionisti, e tanto più è bella la performance tanto più il pubblico resta appagato. Alla mostra mercato di quest’anno invece hanno partecipato (di loro spontanea volontà) solamente due giovani giocolieri alle prime armi, i quali hanno finito per azzuffarsi tra loro, stringendo le mani al collo l’uno dell’altro. Il risultato è stato penoso per gli spettatori presenti, che ben presto hanno svuotato la piazza del Cortilone. Discutibile è stata anche la scelta di certi gruppi musicali, più adatti a una sagra della porchetta che a un evento artistico e culturale. Il programma comprendeva anche diverse passeggiate naturalistiche nei dintorni di Sorano, scelta nobile, certo, ma illogica nei giorni della mostra, laddove l’obiettivo principale resta quello di far convergere il pubblico nel centro storico, anziché dislocarlo. C’è un anno intero per organizzare escursioni per le vie cave, ma all’interno della mostra mercato la priorità resta quella di ripagare gli artigiani (per altro paganti) della loro presenza. Un altro particolare che ha colpito molti visitatori è stato quello di porre in primo piano nel programma della festa gli orari delle sante messe, tra l’altro gli unici eventi che sono stati svolti regolarmente. Da parte loro gli organizzatori lamentano un budget limitato, cosa decisamente opinabile, dal momento che i soldi destinati dal comune sono tutt’altro che spiccioli; basterebbe un po’ più di oculatezza e maggiore passione organizzativa. Nonostante questa ultima gestione abbia sviluppato tre edizioni di un evento reso ormai sotto tono la voglia di vivere di tutte quelle persone che da anni partecipano più o meno attivamente alla mostra ha saputo crearsi bei momenti romantici e intensi. In questi giorni tanta gente è riuscita a instaurare rapporti di amicizia, portando a casa un bel ricordo e non lasciando spegnere quella fiamma di speranza che ancora rende viva la Mostra Mercato. Concludiamo questo lavoro rivolgendoci direttamente agli organizzatori, i quali devono accettare non solo gli elogi, ma anche quelle critiche che si spera possano essere costruttive. Insistiamo sul fatto che nelle affermazioni riportate in questo articolo non c’è astio o critica fine a se stessa, piuttosto il rammarico misto alla voglia di risollevare un evento di importanza primaria all’interno del territorio.

Luca Federici

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