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Il castello di Montebuono

castello di montebuonoIl paesaggio del territorio del castello di Montebuono si profila all’orizzonte in colline ondulate, verdi di macchia mediterranea. La costituzione geologica del terreno e della sua conseguente vegetazione di lecci, querce e noccioli, come scrive nel testo Sovana Maria Agnese Neri e Mariano Romano già Provveditore agli Studi di Grosseto, è in parte si può dire differente per alcuni aspetti dalla Maremma costiera: si tratta, infatti, di un territorio con forme e caratteristiche proprie sin dal periodo arcaico. Si tratta di una terra ancora si può dire piena di fascino, in quelle macchie, in quella natura dove, da sempre, si potrebbe dire, regna una natura incontaminata, in quelle straordinarie città del tufo: laddove tutti riconoscono un passato che colpisce e suggestiona. Una storia che merita di essere approfondita. E noi in questa scheda potremmo davvero cominciare a parlarne ed a studiare. Cominciamo, dunque, con il dire che la prima citazione di un villaggio a Montebuono risalirebbe a un documento imperiale del 1040 e fino al Trecento non abbiamo notizie di un castello. Le rovine del castello montebuonese si stagliano ancora visibili sul colle. La sua è una posizione strategica a confine della media valle del Fiora. Di questo antico importante castello resta buona parte delle mura: all’interno si vedono dei resti di importanti costruzioni difensive. Abbiamo detto, dal punto di vista storico, che l’imperatore nel 1040 avrebbe confermato la presenza di Montebuono. Questo era uno dei tanti villaggi dell’epoca storica che sono stati per ragioni militari successivamente fortificati con la costruzione di un castello. Chi furono le persone che fecero questa operazione di costruzione? È probabile gli Aldobrandeschi per la ovvia vicinanza di Sovana. Più tardi il bellissimo territorio maremmano degli Aldobrandeschi era stato oggetto delle mire politiche di egemonia sul territorio dei comuni di Siena ed Orvieto. In seguito, dopo molte vicissitudini, la Contea di Sovana passò agli Orsini. In quel periodo la Contea di Sovana ed il territorio del castello di Montebuono era minacciato da Orvieto, Siena e dagli Aldobrandeschi. Nel XII secolo circa il Comune di Orvieto fece giurare le città ed i castelli della zona di Sovana riconquistati dal suo esercito. In seguito dopo la vittoria della Repubblica Senese con Orvieto il castello di Montebuono venne distrutto per volontà della Repubblica e ne rimasero le vestigia importanti e suggestive di questa lunga storia ancora in questi tempi. Si può dire dunque che Montebuono sopravvisse come insediamento sparso, il centro di attrazione rimase la bellissima Chiesa di Sant’Andrea, che era presente all’interno del castello e che continuò a svolgere la propria funzione. Tra le rovine del castello, a settentrione, è posto un edificio a più piani, con funzione residenziale. Si tratta di una opera di valore archeologico ovvero lo studio scientifico delle civiltà antiche attraverso le tracce delle rispettive culture (spec. di monumenti e prodotti artistici). Accanto è presente un ingresso e una cisterna per l’approvvigionamento idrico del castello. L’interno del castello offre una splendida vista sulle terre circostanti, a testimonianza, come abbiamo potuto osservare sopra, della sua importanza storica e strategica per tutta la regione. Si possono notare i resti di una cinta muraria interna e della Torre meridionale. Era un tempo anche presente una cinta muraria esterna che proteggeva il borgo e la Chiesa di Sant’Andrea. L’interno del castello è stato realizzato in pietra locale di Maremma. Infine, possiamo dire che tracce di diverse fasi di lavori di costruzione sono presenti a testimoniare i frequenti conflitti a cui il castello fu testimone.

Corrado Caruso

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