Siamo lieti di accogliere una nuova rubrica nel nostro giornale. Questo è il nome della rubrica curata da Luigi Bisconti e Leonardo Dainelli. La nuova rubrica propone un confronto aperto sulle attuali e future condizioni di vita nella Contea Orsini. Sarà possibile interagire, attraverso lo spazio dedicato agli interventi, scrivendo ai seguenti indirizzi di posta elettronica:
risvoglio@gmail.com nctufo@gmail.com
Potrete proporre temi di discussione su argomenti di interesse comune legati al territorio di Pitigliano e Sorano. La partecipazione è gradita e aperta a tutti. Ci farebbe veramente piacere conoscere tanto le impressioni locali, quanto le osservazioni e le proposte di coloro i quali, stabilitisi in altre città, dal loro particolare punto di osservazione, mantengono un attaccamento e un interesse verso la Contea e il suo futuro.
Partenza
Se vogliamo migliorare la vita degli abitanti di questa Contea dobbiamo rilevare le loro abitudini. Invitarli, in qualche caso, a fare ammenda, in altri a denunciare il torto.
L’abitudine a rifugiarsi nei propri interessi, quelli più vicini e più diretti, nasce con l’assottigliarsi delle risorse disponibili. Se non devo occuparmi dei miei bisogni primari ho tempo per alzare lo sguardo e interessarmi agli altri e a ciò che mi circonda. Quando la strada si fa dura le mie preoccupazioni si concentrano su di me e sulla mia ristretta cerchia famigliare, sempre più stretta vista l’attuale composizione media delle famiglie.
Qualcuno, mosso da un ottimismo impetuoso, confidente nella tecnologia, rilevatore di indici economici mondiali, assicura che il benessere economico mondiale è in crescita. Con ragione, economicamente le nazioni presentano indici in crescita, almeno se confrontati sul lungo termine. La crescita demografica mondiale, poi, è “ l’indice supremo “ che ne sintetizza e ne certifica la realtà. Tra le pieghe di questa positiva e travolgente statistica vi sono, però, microscopiche sacche geografiche, minoranze elettorali molto ristrette che, non allineandosi a questa crescita impetuosa, non vengono neppure rilevate, dato il loro insignificante apporto.
Una di queste aree corrisponde alla gloriosa, un tempo, e indistinguibile, oggi, Contea degli Orsini nella sua conformazione finale, quella che passò ai Medici e poi ai Lorena: Pitigliano e Sorano. La Contea Orsini era un piccolo stato i cui confini erano compresi tra il Granducato di Toscana meridionale e lo Stato Pontificio settentrionale, nell’attuale “area del tufo“, sul confine tra le attuali province di Grosseto e Viterbo. Ci perdoni lo storico se siamo così imprecisi.
Il nostro “indice supremo” parla chiaro: popolazione in calo verticale, aggiungiamo un livello degli investimenti privati che rasenta l’invisibilità, affiancato da investimenti pubblici poco produttivi, a volte inutili o soltanto promessi. Comunque, nonostante la scarsa rilevanza del primo, occorre dire che nei due Comuni è stato capace di produrre una discreta incidenza. Infatti, la trasformazione di un territorio che da agricolo è diventato anche turistico ha consentito opportunità di lavoro ad una discreta quota di imprenditori e famiglie.
Gli impegni degli Enti Pubblici (gli Enti che effettivamente possono incidere: Regione e Provincia) con le difficoltà croniche dei loro bilanci, ripetute puntualmente ad ogni intervista – quando si preferisce rimandare quell’opera – e superate brillantemente, quando la ferrea e indomita volontà politica deve predisporre gli obbligatori investimenti richiesti da territori in forte crescita perché “… non possono essere rallentati nel loro percorso virtuoso …”. Ecco, questi investimenti pubblici, per la nostra zona, sembrano scomparsi e l’assenza della ferrea e indomita volontà è conclamata.
Assenza di volontà nel dare il via alla nuova Statale 74 Maremmana (progetto degli anni ’80 che offriva 3 -tre- svincoli di uscita per Manciano e proseguiva diritta verso Pitigliano passando sul percorso attuale della strada della Doganella) progetto che potemmo vedere per la cortesia di un Assessore pitiglianese di quel tempo.
Assenza di volontà nel procedere verso una diminuzione delle curve della medesima strada statale nel tratto tra Manciano e Pitigliano. I lavori si sono fermati a 3 Km. dal centro abitato mancianese. Se non era per Leopoldo II Canapone, ancora, per andare a Grosseto, avremmo percorso le strade lasciateci in eredità dagli Etruschi, sì, proprio quelle, le Vie Cave.
Assenza di volontà nel vedere la realizzazione di una strada provinciale più agevole per raggiungere la Cassia, dove si immette la “Sforzesca”, così come l’aveva proposta il Sindaco di Sorano. Ma è più conveniente fare un allungamento della strada provinciale del Cipressino per scendere più velocemente sulla Cassia dall’Amiata.
Assenza di volontà rinvenibile anche nel nuovo ponte sul Fiora della 74, tra Pitigliano e Manciano. La prima notizia del nuovo ponte potemmo conoscerla (primi anni 2000) ad un convegno alla Rotonda di San Quirico dove un Assessore provinciale, che avrebbe dovuto parlare di attività su questo territorio, elogiò l’importanza delle attività della cantieristica navale in quel momento. Forse gli avevano dato il discorso per un convegno a Porto Santo Stefano.
Il continuo ripetersi di inattività pubblica, di posticipazioni delle poche opere, ricadono sulla vita di quell’esiguo numero di indigeni (e di voti) che ancora si intestardisce a vivere in questi posti, nonostante un ospedale, donato alla collettività da un benefattore, sempre sotto le mire dei tagli (diteci, per favore, vi preghiamo, che la futura Casa della Salute porterà un luminoso futuro nella sanità locale e non dovremo più percorrere la strada per Grosseto per fare visite specialistiche), e poi, con le scuole sempre a rischio perché “…EH, … NON C’AVETE I NUMERI …”.
Questa inattività produce, insieme ad una indole locale vocata all’insipienza, una sorta di apatia e di abitudine al peggio che, addirittura, ci convince ad essere partecipi del problema e a condividere le ragioni addotte da chi non fa nulla di quanto promesso perché “non ci sono i soldi”. I politici, che si interessano delle zone nobili della Toscana – sempre pronte a chiedere miglioramenti e ingrandimenti alle loro infrastrutture – declamano, come le tante leggi sulla montagna e sulle zone interne, la volontà di intervenire “…a chiacchiere …”, e si rimettono poi al lavoro dei burocrati che non sanno nemmeno dove si passa per arrivare a Pitigliano o a Sorano
Ma noi?
Noi non riusciamo neanche a farci sentire perché da questo territorio non nasce né un dissenso né una proposta. Non si sentono voci, men che meno un coro che urla BASTA, SVEGLIAMOCI! E non ci riferiamo ai nostri amministratori locali.
Possibile che l’unica risposta sia resilienza? Possibile che dobbiamo essere capaci di sopportare nonostante le condizioni siano le peggiori? Così mentre altri vivono condizioni normali delle strade, delle altre infrastrutture, hanno una più agevole vicinanza degli uffici pubblici, noi dobbiamo mettere in conto sforzi maggiori e competere, almeno nell’offerta di servizi turistici, con una concorrenza di territori più facilmente raggiungibili dai turisti.
Ma noi resistiamo indefessamente, privati della dignità di essere ascoltati, perché non abbiamo parole da proferire, ci interessiamo solo alle nostre preoccupazioni più contingenti e non calcoliamo ciò che potrebbe pregiudicare il futuro della nostra Contea. Ci chiudiamo nelle nostre case e poi, vai con la televisione, dimenticando che per andare a Grosseto impieghiamo più di un’ora di viaggio a buona andatura e un’altra ora abbondante al ritorno con un maestoso finale di mal di macchina.
Prima di dire:” tanto non serve a niente”, proviamo a chiarire le idee, definiamo i temi, e formuliamo proposte univoche. Questa situazione di pantano immobilizzante produce solo emigrazione di giovani (perché studiano fuori e trovano lavoro fuori) e mancati nuovi ingressi (perché preferiscono paesi meno isolati), case in sovrannumero, piazze e vie cittadine vuote di residenti. Non rileviamo però voci di risveglio, stimoli capaci di offrire temi di discussione sui giornali, istanze che possano ergersi a discussione accesa e partecipata.
Per questo vogliamo fare un ringraziamento al Nuovo Corriere del Tufo che ha accettato di aprire uno spazio di confronto (regolato dalla sua redazione) per pubblicare opinioni, osservazioni sullo stato attuale e futuro della Contea. Se la piazza reale in cui ci confrontavamo, allora a parole, non esiste più sia, almeno, una ordinata piazza virtuale a far nascere opinioni chiare, forti, schiette e a risvegliare l’orgoglio (Risvoglio) della nostra Contea.
Attendiamo opinioni e proposte.
Leonardo e Luigi.