L’importante è la salute…logico. Non è la più classica delle frasi fatte che sentiamo da settimane, ma è semplicemente ciò che afferma la nostra Costituzione e nessun essere umano, seppur la quarantena abbia fatto registrare picchi di QI minimi a tutti i livelli (si va dal vicino di casa al presidente degli Stati Uniti e ogni riferimento è puramente voluto) può affermare il contrario di fronte a qualsiasi quantità di denaro o altra diversa esigenza. Appurato questo sul quale siamo (quasi) tutti d’accordo c’è dell’altro. Badate bene, parlare d’altro non vuol dire essere nemici della salute o della sicurezza che ci sta tanto a cuore ma semplicemente esaminare una situazione che tocchiamo con mano in ogni momento e che l’ansia del periodo ci fa sembrare ancora più pesante (se possibile).
Dopo cinquanta giorni di reclusione, stiamo aprendo gli occhi da questo brutto sogno e iniziamo ad immaginare come potrà essere la nostra vita nel (speriamo) breve/medio periodo. La cosiddetta Fase 2 non si sa ancora bene cosa voglia dire ma dalle parole degli esperti sarà quella della convivenza con il virus e per certi versi sarà peggiore della Fase 1. Se nel periodo che ci apprestiamo a concludere si è parlato di resistenza, di stringere i denti e quant’altro, quello che verrà sarà una specie di brutto risveglio dove capiremo veramente cosa abbiamo e stiamo perdendo.
Una delle vittime più illustri di questo virus è e sarà l’evento pubblico, colpito proprio al cuore, attaccato nella sua essenza, ovvero nell’aggregazione di individui, nell’incontro tra le persone.
Non andando d’accordo con gli eventi, di conseguenza al virus piacciono poco anche le associazioni che gli eventi le organizzano e che operano nel nostro territorio e se abbiamo una certezza sui mesi che verranno è che avremo un’estate come mai l’abbiamo vista, un’estate senza eventi.
Per chi vive da queste parti (ma immaginiamo sia così ovunque) gli eventi estivi che partono a maggio/giugno e si susseguono fino a settembre e oltre, non sono soltanto occasioni per divertirsi o per incontrare gente, ma sono vere e proprie “tappe obbligate” che scandiscono il tempo che passa prima di tornare all’autunno, sono quel qualcosa in più cha aiuta a considerare l’estate non una semlpice stagione ma uno stato d’animo.
Nell’immaginario delle nostre zone l’estate nelle terre del tufo inizia con i Pugnaloni ad Acquapendente(almeno per me), o con la Sagra della Fragola Marsiliana(è di questi giorni la notizia dell’annullamento), si deve andare per forza alla Festa delle Birra di San Quirico i primi di agosto e al Palio delle Botti di Manciano, si chiude con il botto a settembre con le feste delle cantine, prima a Pitigliano, poi a Manciano. Nel mezzo c’è tanto altro: iniziative di valore o meno che siano, sagre di autofinanziamento, eventi culturali, rievocazioni storiche anche in piccole frazioni, mercatini…tutto questo rende il territorio vivo e getta le basi anche per il suo futuro.
Purtroppo (puntualizziamo che ad oggi stiamo ipotizzando poichè non vi è nessuna ufficialità sulla cancellazione di molti eventi sopracitati ma le linee guida governative sembrano andare in questa inevitabile direzione) sembra proprio che avremo un’estate diversa anche per questi motivi e non sarà un problema marginale neanche a livello economico per tutto il territorio.
Se il morale è a terra perché molti di noi non riescono ad immaginare un’estate così, senza eventi che la scandiscono come un orologio, la nostra socialità lo sarà ancor di più.
Tralasciando l’introito economico che gli eventi portano (quest’anno purtroppo questa mancanza sarà chiara a tutti e nella maniera più feroce anche a chi ha sempre sostenuto il contrario) dietro a quelle associazioni che organizzano c’è tanta gente che s’impegna tutto l’anno per mettere in piedi qualcosa, sia esso un piccolo evento o una sorta di finanziamento per affrontare una dignitosa stagione calcistica in Terza Categoria e come detto questo influisce non poco nella quotidianità dei nostri paesi.
È un impegno piacevole fatto di incontri e di idee, di scambi di opinioni, se si pensa al tessuto sociale delle nostre piccole realtà si pensa alle associazioni.
Quest’anno (ripetiamo probabilmente) mancherà tutto questo e anche se verosimilmente la futura normalità coinciderà con il ritorno degli eventi nostrani, bisognerà fare molta attenzione alla situazione di tante associazioni locali che vivono alla giornata e che già prima del Coronavirus sopravvivevano tra permessi, burocrazia e casse vuote. Ne morisse anche solo una sarebbe una sconfitta amara per tutto il territorio.
Conoscendo bene lo spirito che anima queste associazioni sicuramente si inventeranno qualcosa. La gente si rimboccherà le maniche e come spesso succede riuscirà a tirare fuori il meglio anche da una situazione del genere (molte hanno già dato l’esempio tra volontariato e donazioni nella fase appena trascorsa). Se ci sarà uno spiraglio, nei limiti della legalità vedremo sicuramente iniziative, sarà diverso sì, ma servirà a ricordarci che esistono: loro e i nostri piccoli paesi.
Detto questo il resto speriamo lo faccia la voglia di uscire, di incontrarci, di riprenderci i nostri spazi (rispettando le nuove regole) e soprattutto di apprezzare quello che il nostro territorio già di uso offre (enogastronomica, piccolo commercio) in moldo da sopperire almeno in parte ad inevitabili mancanze.