Sulla scia del successo ottenuto durante il Mercato dell’olio dei Santi Vinai 2017 (prima classificata alla degustazione tra le aziende locali, seconda in quella generale) abbiamo incotrato la proprietaria dell’azienda agricola Cerchio Verde, Valentina Boschi, giovane imprenditrice pitiglianese. Proseguiamo così questo percorso sul mondo dell’olio nelle terre del tufo, dopo quanto avviato lo scorso mese quando abbiamo intervistato i proprietari dell’azienda agricola Corte del Re nella fase di pre-molitura, conosciamo da vicino un altro dei protagonisti dell’evento Santi Vinai, cos’è adesso e cosa può diventare attraverso le parole del Cerchio Verde, un’azienda agricola al femminile.
Presentaci intanto la tua azienda: Il Cerchio Verde.
Il nome dell’azienda è di fantasia, l’agriturismo è circondato da ulivi in una sorta di cerchio e da qui il nome. Le prime piante sono state messe nel 1990, successivamente abbiamo aumentato gli ulivi nel 2010 e poi ne abbiamo messi un’altra piccola parte quest’anno. Oggi abbiamo circa 1000 piante, divise tra Frantoio, Leccino, Moraiolo e Pendolino. Abbiamo sempre prodotto olio extravergine di oliva ma vendevamo solo in lattine direttamente in azienda e ai clienti del nostro agriturismo. Quattro anni fa abbiamo cominciato ad imbottigliare qualcosa e ad aumentare di anno in anno la nostra vendita. Siamo soddisfatti di come sta crescendo la nostra azienda, anche se questa stagione è stata difficile, la siccità ha creato non pochi problemi. La quantità è diminuita ma, tutto sommato le rese non sono state male. Anche quest’anno siamo riusciti a portare sulle tavole un ottimo prodotto e per questo un ringraziamento speciale va a chi lavora con noi sul campo tutto l’anno aiutandoci a raggiungere questi risultati.
Parliamo di Santi Vinai la tua è una di quelle aziende che è stata sempre presente al Mercato fin dalla prima edizione del 2015. Hai potuto osservare da vicino i cambiamenti, le modifiche che si sono susseguite. Cosa ne pensi?
Credo che l’evento in soli tre anni sia cresciuto notevolmente. Nonostante si tratti di un’iniziativa così “giovane”, l’associazione Cantine nel Tufo sta dimostrando di aver perfettamente capito che l’olivicoltura rappresenta una delle voci fondamentali dell’agricoltura del nostro paese e stia riuscendo al meglio a valorizzarla. Per la prima volta, secondo me, è stato dato inizio ad un cammino serio ed importante per le aziende di Pitigliano che, come vediamo ogni anno, rispondono con entusiasmo ed attenzione. Il programma di quest’anno è stato arricchito con iniziative importanti ma anche piacevoli e divertenti, fondamentali per avvicinare il consumatore al mondo dell’olio; mi riferisco allo show cooking organizzato in piazza per esempio, al coinvolgimento delle scuole attraverso le interessanti esperienze fatte vivere ai ragazzi.
E per quanto riguarda la tua azienda? Quest’anno premiata come la migliore tra quelle locali e seconda classificata alla degustazione generale.
Essere stati due anni di fila tra i primi tre classificati è stata una grande soddisfazione naturalmente, ma penso che quello che dovrebbe un po’ rasserenare tutti è quanto c’è stato detto da chi ha condotto le valutazioni del concorso: oltre al fatto che c’erano diversi oli che se la giocavano quasi alla pari, rispetto al primo anno (2015) negli ultimi due (2016 e 2017), c‘é stato un notevole miglioramento della qualità generale. Se consideriamo che proprio questi ultimi due anni sono stati dal punto di vista agricolo i più complicati ( il 2016 per la mosca e il 2017 per la siccità), mentre invece il 2015 fu un’ottima annata, possiamo ben capire come anche proprio questa manifestatzione ci abbia spronato un po’ tutti a cercare di migliorare. Quindi un importante risultato raggiunto un po’ per tutti
Per il futuro cosa ti aspetti da questo evento?
Penso che si debba andare avanti su questa strada, cioè arricchendo sempre di più i momenti formativi, sia per il consumatori che per noi produttori, magari anche con altri appuntamenti nel corso dell’anno. Sarebbe bello che con il tempo, questo evento divenisse un punto di riferimento per l’olio, non solo per il nostro territorio.
Come valuti il fatto che al mercato siano presenti anche aziende che non fanno parte del nostro territorio, inteso come triangolo Pitigliano, Sorano, Manciano?
Secondo me è un momento di confronto importante, che ci deve essere e non vedo male per niente il fatto che venga allargato ulteriolmente. Se si guarda solo in casa propria non si può migliorare mai anche se a volte erroneamente si pensa il contrario. È un evento che può crescere molto, sull’olio c’è poco in giro e occupare questo spazio in questo momento è una grande opportunità.
Usciamo fuori dal mercato dei Santi Vinai. Il mondo dell’olio nelle terre del tufo, coltura e cultura.
L’olio è un prodotto che da sempre fa parte della nostra tradizione, ma è probabilmente uno dei prodotti che conosciamo meno. Il mercato è difficile e complicato, e lo è sopratutto perchè non c’è cultura su questo prodotto starordinario. E’ impossibile pensare di vendere un prodotto che il mercato non conosce o conosce molto poco. Se facciamo l’esempio del vino, ci accorgiamo che ormai sono più di 20 anni che vengono offerti ai consumatori corsi di degustazione ed eventi di ogni tipo. Questo ha sicuramente favorito le case vitivinicole, che hanno visto un incredibile avvicinamento dei consumatori verso il prodotto vino. Ecco, è un po’ quello che dovremmo cercacre di fare con l’olio, un coinvolgimento maggiore del consumatore che lo porti a capire e conoscere meglio. La stessa cosa vale per noi produttori che dovremmo conoscere di più i nostri prodotti per poterli vendere meglio. Pitigliano dovrebbe puntuare al massimo sul vino e sull’olio, facendo convergere le forze maggiori proprio su quest’ultimo che al momento ha bisogno di essere lanciato sui mercati. E’ vero che ci sono anche altre realtà agricole da valorizzare, ma la nostra agricoltura verte principalmente su queste due coltivazioni, non abbiamo molto da inventarci. Abbiamo un grande patrimonio, fatto di tanti piccoli produttori che possono e vogliono lavorare in questa direzione. Un punto di forza è sicuramente il fatto che tra i produttori d’olio ci sono tanti giovani, c’è un riavvicinamento dei ragazzi al mondo agricolo. Credo che questo sia davvero un aspetto da guardare con orgoglio e che al tempo stesso possa dotare di nuove energie un settore che si era ormai troppo “invecchiato”.