Questa ricorrenza istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1999 è quella giornata che attraverso tante manifestazioni ci ricorda quanto questo problema sia ancora lontano dal risolversi e ci invita anche a riflettere a mettere in campo azioni che possano portare ad un miglioramento. La risoluzione 54/134 afferma che si intende per violenza contro le donne “qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione e privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata”.
Perché il 25 novembre?
Nel 1960, proprio il 25 novembre, nella Repubblica Dominicana, furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal per ordine del dittatore Rafael Leonidas Trijilo. Quel giorno le sorelle, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del servizio di informazione militare, condotte in un luogo nascosto e stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone, strangolate e poi gettate in un precipizio con la loro auto per simulare un incidente. La giornata istituita in tappe successive è dedicata alla loro memoria.
La data del 25 novembre dà l’avvio secondo l’Onu ad una serie di manifestazioni e impegni che portano in genere al 10 dicembre – giornata internazionale dei diritti umani – per ricordarci che la violenza contro le donne è ovviamente un atto contro i diritti umani più in generale.
Il colore scelto dall’Italia come identificativo della giornata è il rosso e l’oggetto più simbolico è rappresentato dalle scarpe rosse da donna che vengono poste in luoghi pubblici e di passaggio come istallazioni artistiche volte alla sollecitazione di riflessioni.
Secondo le statistiche in Italia e in tutto il mondo le violenze, le disuguaglianze e le discriminazioni sono ancora troppe e siamo lontani da una risoluzione del problema. Nonostante ciò, l’impegno di molte associazioni, della scuola, delle istituzioni è sempre forte per sensibilizzare al problema. Bisognerebbe forse ricordarsi che tra le tante azioni da poter mettere in campo ci sono anche azioni quotidiane che tutti noi possiamo agire, senza particolari eccessi. Ad esempio, educarci alla gentilezza potrebbe essere un atto rivoluzionario. Insegnare ai più piccoli i gesti e le emozioni positive nei riguardi del prossimo ma metterle poi in pratica anche noi stessi, con poco sforzo e molta soddisfazione.
Per questa giornata proponiamo una lettura interessante per poter conoscere un po’ meglio lo stato della condizione femminile nel mondo, perché siamo convinti che la cultura e l’informazione possano fare molto per cambiare le cose.
L’atlante delle donne, Joni Seager, ADD editore